Bernard e Martin Dematteis, Valeria Roffino, Martina Merlo e Sara Brogiato hanno raccontato la loro quarantena
I webinar organizzati da Fidal Piemonte sono degli incontri via web con i protagonisti della corsa. In questo appuntamento i ragazzi del mezzofondo del Piemonte che hanno potuto dialogare con i campioni piemontesi con cui spesso si trovano ad allenarsi, ad esempio nel raduno estivo stanziale di Sestriere. Ai microfoni i gemelli Bernard e Martin Dematteis (Sportification), Valeria Roffino (Fiamme Azzurre), Martina Merlo e Sara Brogiato (Aeronautica) hanno raccontato quella che è stata la loro esperienza della quarantena (essendo tutti atleti di interesse nazionale hanno potuto allenarsi in pista sino a fine marzo) e le prime giornate della ripresa. Il tutto sempre improntato alla prudenza e al rispetto delle regole. Una chiacchierata moderata dal referente regionale di settore Alfonso Violino e introdotta dal Fiduciario Regionale Clelia Zola cui hanno preso parte una cinquantina di atleti con la partecipazione anche di alcuni tecnici.
Certo, in base al proprio domicilio, la quarantena può essere vissuta in maniera leggermente diversa, come ci hanno raccontato i nostri protagonisti, così come diverse possono essere le strategie per continuare ad allenarsi durante il lock down. Ma ci sono aspetti che accomunano tutti gli atleti in questo periodo, dai professionisti ai giovani. Dal dover cercare nuove motivazioni per proseguire, alla ricerca delle strategie per mantenere la forza fisica, al concentrarsi su aspetti prima non così curati, sino ad un profondo lavoro di riflessione su sé stessi. E una voce unanime sulla ripresa. Graduale e con cautela, senza forzare, per non incappare in infortuni. Ecco alcuni stralci della chiacchierata.
Come avete trascorso questo periodo di quarantena?
Bernard e Martin Dematteis. La nostra fortuna è abitare in un paese di montagna con spazi aperti. Fino a marzo abbiamo corso vicino casa, anche nel bosco proprio qui vicino, ma da quando la restrizione è stata totale ci siamo attenuti più scrupolosamente come tutti. Abbiamo intensificato gli esercizi in casa e nel cortile, fatto molto stretching. In più abbiamo aiutato nostro padre, muratore, a sistemare una casa qui vicino, quindi possiamo dire di aver fatto “forza alternativa” facendo i manovali e i muratori! L’abbiamo vissuto anche come un momento di riflessione, di crescita personale, importante per capire quali sono le vere priorità della vita, cosa ci è mancato, amici affetti. Ti rendi conto del vero valore della libertà quando inizia a mancare.
Valeria Roffino. Allenarmi da sola per me è molto faticoso sia a livello fisico che mentale perché sono da sempre abituata a lavorare in gruppo. Mi sono concentrata su esercizi di forza, mobilità, andature e ho fatto allunghi davanti casa.
Sara Brogiato. Prima del lock down andavo a correre il mattino presto per trovare meno gente.
Da quando invece c’è stata la serrata totale mi sono procurata un tapis roulant (con fatica visto che abito al quarto piano senza ascensore!), ho curato aspetti alternativi che durante l’anno non segui in maniera puntigliosa. All’inizio è stata dura, soprattutto vivendo da sola, poi piano piano inizi ad apprezzare tanti piccoli aspetti. E tante piccole libertà di cui nemmeno ti rendevi conto.
Martina Merlo. Mi sono trasferita a Rubiera da fine settembre, quindi all’inizio è stato difficile perché ero da sola e lontana dalla mia famiglia che non vedo da mesi. Ho sempre pensato da atleta, in questo periodo invece ho messo al primo posto la persona. Penso sia stato un periodo di riflessione profonda per tutti, che ci ha formati e ha insegnato ad ognuno cose diverse.
Come si fa in una situazione del genere a tenere alta la motivazione?
Dematteis Martin. Non è facile. Per noi la stagione sarebbe iniziata adesso, a maggio. L’obiettivo stagionale erano i Campionati Europei, con percorso di salita e discesa, in Portogallo (a Cinfaes) a luglio, e poi i Campionati Mondiali, con percorso di sola salita, a novembre a Lanzarote (Canarie). Ancora non sappiamo nulla dei mondiali, ma gli Europei sono ovviamente saltati e non è stato semplice metabolizzarlo. Poi ho reagito. La corsa è la mia passione, ho focalizzato altri aspetti, mi sono imposto sfide giornaliere con me stesso. Ora ricominceremo ad allenarci correndo montagna e troveremo le motivazioni anche senza le gare.
Bernard. Siamo tutti atleti agonisti, per noi è importante avere un obiettivo stagionale. Restare come una zattera alla deriva senza sapere quando si tornerà a gareggiare non è semplice.
Roffino. Mi piace molto gareggiare, il fatto di avere una gara da preparare mi ha sempre motivato molto. La cosa più difficile è di non avere date, non possiamo sapere quando finirà e quando potremo tornare a gareggiare. La mia fortuna è quella che anche il mio compagno è un atleta di professione così in questo periodo ci siamo spronati a vicenda. Anche io ho sempre cercato di automotivarmi e di instaurare sfide con me stessa.
Brogiato. Ci alleniamo sempre pensando al dopo, alle gare. Gli allenamenti sono mirati a questo. All’inizio sono state annullate tutte le gare a breve termine, poi quando si è capito che la situazione si sarebbe protratta è stato difficile perché non sai per quando raggiungere la forma. Penso che questo periodo ci abbia insegnato a vivere alla giornata e a riscoprire altre cose, dal puro divertimento, al vedere il miglioramento giorno per giorno su piccoli particolari. Sono riuscita tutto sommato a tenere alta la concentrazione, con motivazioni diverse che ho trasformato un po’.
Merlo. Le motivazioni sono venute tutte meno, per questa stagione avevo grandi ambizioni, mi sono trasferita apposta per cercare nuovi stimoli, nuovi compagni di allenamento. Volevo riscattarmi dallo scorso anno costellato di infortuni. Mi sono dovuta fermare a riflettere, ora su cosa posso lavorare? L’atleta ha fame di competizione. Mi sono concentrata su quello che potevo fare e che mi sarà comunque utile in futuro nelle competizioni e negli allenamenti quando tutto sarà tornato ad una certa normalità. Ho cercato di essere il più positiva possibile.
Come vi state gestendo in questi primi giorni della fase 2 che per voi vuol dire anche possibilità di ripresa degli allenamenti?
Merlo. In questi primi due giorni sono andata a correre sulle piste ciclabili vicino a casa ma le ho trovate molto affollate anche al mattino presto. Ancora non sai bene come muoverti quando incroci qualcuno. Nei prossimi giorni dovremmo ricominciare ad andare in pista dove l’ingresso è controllato e scaglionato ad orari. Così possiamo fare la nostra attività anche nel rispetto degli altri cittadini. L’inizio del lockdown è stato un po’ come incappare in infortunio. Poi ci ho ragionato ed è diventato un momento per far rifiatare il corpo. Sembra scontato ma noi atleti professionisti tutto l’anno siamo soggetti a competizioni: dal cross alla pista e alla strada. La ripresa si farà comunque con cautela in maniera coscienziosa
Brogiato. Io abito vicino al Parco della Pellerina e non lontano da Parco Ruffini a Torino ma non ho frequentato nessuno dei due immaginando di trovare tante persone. Fortunatamente non lontano casa ho anche una pista ciclabile abbastanza lunga e poco frequentata e larga quindi per ora corro lì. Appena aprirà lo Stadio Nebiolo anche io potrò tornare in pista. Il lockdown è stato un po’ un infortunio forzato per tutti. Il fatto di sapere che tutti siamo nella stessa situazione però dà più tranquillità rispetto a quando sei solo tu ad infortunarti. Le gare, se si potranno fare, saranno più in là quindi ci sarà tutto il tempo per riprendere la forma.
Roffino. Per il momento anche io corro su strada, abito in una zona tranquilla da cui partono diverse stradine anche sterrate che portano verso la campagna. Per queste prime due settimane probabilmente non andrò in pista perché è bene ricominciare a lavorare con calma, sull’aerobico, facendo fondi lunghi, qualche salita, qualche variazione. Quando mi sono fermata per infortuni ho poi lavorato molto con la cyclette, così ho fatto in questo periodo e grazie a questo lavoro credo di essere migliorata nella forza, così come nelle andature. Se è servito lo vedremo alla ripresa degli allenamenti e delle gare
Dematteis. Dove viviamo noi, essendo un paese di montagna, non c’è l’assembramento che può esserci in città, abbiamo la fortuna di correre sui sentieri dove al massimo incontri dei caprioli. Poter tornare sui sentieri però ci ha dato un senso di libertà così come il poter andare nel paese qui vicino, a Sampeyre, dove passiamo sempre. È stato un riappropriarsi di quello che è nostro. Ma c’è tutto il tempo di riprendere con gradualità, per esperienza quando ti fai prendere dalla fretta di ripartire dopo un infortunio o una pausa come in questo caso è lì che ti fai male!
Fonte Fidal Piemonte